UN INCONTRO INTERESSANTE… CONOSCIAMO MEGLIO L'ISLAM

Come sapete i nostri ragazzi provengono da parti anche lontane del mondo, abbiamo deciso di informarci in particolare sulla religione e la cultura islamica perché la maggior parte di loro è musulmana e viene da paesi e famiglie in cui si mantiene viva quella tradizione. Spesso ci troviamo senza strumenti per educare ma anche solo per dialogare con loro, perché non sappiamo cosa li confonderebbe ancora di più e cosa addirittura potrebbe offenderli.

Dopo un paio di incontri già molto graditi oggi (30 Marzo) abbiamo parlato con M., mediatrice culturale marocchina, ormai da molti anni in Italia. Prima di subire le nostre domande curiose ci ha mostrato con chiarezza una possibile causa  delle nostre incomprensioni e dei nostri dubbi: forse abbiamo sempre confuso tra loro la religione, la tradizione e l’educazione che si riceve in famiglia.

Accade che ambiti così diversi del pensiero si incontrino ed è possibile che, pur appartenendo a luoghi anche lontani, vengano confusi. La religione dallo spazio dell’assoluto, la tradizione dallo spazio più contenuto dello Stato e l’educazione invece da quello assai intimo della casa, si muovono verso l’umano e convivono nella persona solitamente senza generare grossi conflitti; ma appena varcata la soglia di casa, i nostri ragazzi (come tanti altri) si trovano catapultati nel nostro mondo occidentale, un’altra tradizione, un’altra religione (o meglio, altre religioni, e addirittura, la mancanza di una religione), altre educazioni. Quando poi tornano a casa rientrano, si può dire, nel loro mondo, le loro tradizioni, una diversa religione, l’educazione ricevuta dai genitori. Si trovano sballottati da un mondo all’altro quasi senza una guida e senza strumenti adeguati per vivere entrambi i contesti in modo consapevole. Allo stesso modo noi, entrando in contatto con loro, avvertiamo questi altri mondi che ci sono per la maggior parte sconosciuti e le nostre difficoltà provengono proprio dalla percezione di diversità che non abbiamo gli strumenti per affrontare.

Si può convivere ovviamente senza grandi difficoltà nelle cose di tutti i giorni, ma in un contesto educativo come quello del C.A.G. è necessario interagire con questi altri mondi, farlo senza entrare in conflitto e senza generare incomprensioni, non è cosa facile. La via più semplice (ma forse più lunga) è quella della conoscenza, dobbiamo approfondire la nostra scarsa conoscenza dell’Islam e delle tradizioni con cui convivono i nostri ragazzi ogni giorno, perciò abbiamo chiesto aiuto a M. e abbiamo ottenuto delle informazioni molto utili e interessanti.

La religione, ci ha detto, è venuta per regolare e limitare un mondo che prima era nel caos. L’Islam chiede essenzialmente due cose: credere nell’esistenza di un dio creatore e seguire gli insegnamenti che conducono ad una vita retta. Ognuno è poi libero di scegliere come comportarsi e deve rendere conto al Creatore nell’intimo della preghiera, non esiste infatti una Chiesa mediatrice tra l’umano e il divino. L’Imam è colui che ha approfondito lo studio del Corano e dei testi sacri. La sua funzione è di aiutare e condurre alla conoscenza chi non ha studiato, chi, nell’ignoranza sulla religione, rischia di interpretare malamente il messaggio di Allah, confondendo tradizione e religione, in un sacrilego innalzamento a norma divina di usanze tutte umane.

M. ha anche risposto a domande più precise che ci erano venute in mente man mano durante le conversazioni qui al C.A.G. , soprattutto con le ragazze. Su queste questioni ci ha dato informazioni utili, è vero, ma soprattutto un punto di vista diverso, quello di una donna che ha trovato nell’Islam un sostegno non solo per la sua vita di fede, ma anche per la sua vita nel mondo terreno, con gli uomini. La religione ha aiutato M. a far valere la propria autonomia e i propri diritti, come persona e come donna. 

Non possiamo che ringraziarla per la piacevole conversazione e invitarla per un nuovo appuntamento.
Rita, volontaria del Servizio Civile Nazionale, con Caritas Ambrosiana. 

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